Il Gianduiotto è molto più di un semplice cioccolatino: è un simbolo della città di Torino e un pezzo di storia che ha saputo conquistare i palati di tutto il mondo. Questa delizia, dalla caratteristica forma a barchetta rovesciata, è il risultato di un incontro tra ingegno, tradizione e passione per il cioccolato.
Le origini del Gianduiotto
Il Gianduiotto nacque nel 1865 a Torino, una città che vanta una lunga tradizione nella lavorazione del cioccolato. L’invenzione si deve alla celebre pasticceria Caffarel, fondata da Pier Paul Caffarel nel 1826. Il suo successore, Michele Prochet, è accreditato come l’inventore di questa delizia insieme al socio Ferdinando Baratti.
L’idea di creare il Gianduiotto venne da una necessità economica e creativa. Durante il periodo napoleonico, il commercio del cacao fu gravemente limitato a causa del blocco continentale imposto da Napoleone Bonaparte, che rese l’importazione del prezioso ingrediente estremamente costosa e difficile. Per far fronte alla scarsità di cacao, Prochet decise di mescolarlo con un prodotto locale abbondante: le nocciole del Piemonte, in particolare la varietà Tonda Gentile delle Langhe, famosa per il suo sapore delicato e aromatico. La miscela di cioccolato e nocciole, chiamata “gianduia”, diede vita al primo cioccolatino confezionato singolarmente della storia, che venne presentato ufficialmente al pubblico nel 1867 durante il Carnevale di Torino. Fu un successo immediato, e il Gianduiotto divenne presto il simbolo della dolciaria torinese.
Perché si chiama Gianduiotto?
Il nome del Gianduiotto deriva da Gianduja, una maschera tipica della tradizione carnevalesca piemontese. Gianduja rappresenta il contadino piemontese allegro e bonario, simbolo di onestà, semplicità e amore per le tradizioni. Durante il Carnevale di Torino del 1865, un attore vestito da Gianduja distribuì i primi Gianduiotti al pubblico, suggellando così il legame tra il cioccolatino e questa figura popolare. La scelta del nome non fu casuale: Gianduja incarnava perfettamente i valori di autenticità e radicamento territoriale che il Gianduiotto intendeva rappresentare. Ancora oggi, il suo nome evoca la ricchezza culturale e gastronomica del Piemonte.
La composizione del Gianduiotto
La ricetta del Gianduiotto è rimasta fedele alle sue origini, pur evolvendosi per rispondere agli standard moderni. Gli ingredienti principali sono: cioccolato fondente o al latte, che costituisce la base della miscela; pasta di nocciole, ottenuta dalla macinazione delle nocciole Tonda Gentile delle Langhe; zucchero, per bilanciare il sapore.
La miscela viene lavorata fino a ottenere una consistenza vellutata, che rende il Gianduiotto inconfondibile al palato. La caratteristica forma a barchetta rovesciata viene ottenuta mediante un particolare processo di produzione chiamato “estrusione”, introdotto proprio da Caffarel. Oggi esistono varianti del Gianduiotto che includono ingredienti aggiuntivi come cioccolato bianco, cacao extra o nocciole intere, ma la versione classica resta quella più amata.
Leggende e curiosità
Attorno al Gianduiotto ruotano diverse leggende e aneddoti curiosi. Una delle storie più affascinanti racconta che Prochet scoprì casualmente la miscela gianduia mentre cercava di conservare il cacao durante un inverno particolarmente rigido. Si dice anche che il nome “gianduia” fu scelto perché il cioccolato con nocciole divenne particolarmente popolare tra i contadini piemontesi, che riconoscevano in Gianduja una figura a loro vicina. Un altro aneddoto interessante riguarda la confezione: il Gianduiotto è stato uno dei primi cioccolatini ad essere avvolto singolarmente in una sottile carta dorata o argentata, una scelta che ne sottolineava l’esclusività e lo rendeva un regalo elegante.
La produzione oggi
Il Gianduiotto continua a essere un prodotto di punta nell’industria del cioccolato italiana e mondiale. Ogni anno ne vengono prodotti milioni di pezzi per soddisfare la domanda di appassionati di cioccolato in tutto il mondo. L’azienda che oggi produce il maggior numero di Gianduiotti è Ferrero, conosciuta soprattutto per altri prodotti. Sebbene Caffarel rimanga il produttore storico e simbolico, Ferrero ha ampliato la produzione del Gianduiotto su scala globale, facendolo conoscere anche in mercati emergenti come l’Asia e l’America Latina.
Secondo stime recenti, il volume di produzione del Gianduiotto supera le centinaia di milioni di pezzi all’anno, con un picco durante le festività natalizie, quando la domanda per cioccolatini di alta qualità cresce in modo esponenziale. Se avete la fortuna di assaporarne uno, ricordate che state gustando non solo un cioccolatino, ma un pezzo di storia. E ogni volta che un Gianduiotto viene scartato, l’oro della sua carta sembra ricordarci il tesoro che racchiude al suo interno: un’esperienza dolce, autentica e inimitabile.
English Version
The Gianduiotto is much more than just a chocolate: it is a symbol of the city of Turin and a piece of history that has managed to win over the palates of people around the world. This delightful chocolate, with its characteristic upside-down boat shape, is the result of a combination of ingenuity, tradition, and passion for chocolate.
The Origins of the Gianduiotto
The Gianduiotto was born in 1865 in Turin, a city with a long-standing tradition of chocolate craftsmanship. Its invention is credited to the renowned Caffarel pastry shop, founded by Pier Paul Caffarel in 1826. His successor, Michele Prochet, is recognized as the inventor of this delicacy, along with his business partner Ferdinando Baratti.
The idea of creating the Gianduiotto arose from an economic and creative necessity. During the Napoleonic era, the trade of cocoa was severely restricted due to the continental blockade imposed by Napoleon Bonaparte, making the importation of this precious ingredient extremely expensive and challenging. To address the scarcity of cocoa, Prochet decided to mix it with a locally abundant product: Piedmont hazelnuts, particularly the Tonda Gentile delle Langhe variety, renowned for its delicate and aromatic flavor.
The mixture of chocolate and hazelnuts, called “gianduia,” gave birth to the first individually wrapped chocolate in history, which was officially introduced to the public in 1867 during the Turin Carnival. It was an immediate success, and the Gianduiotto quickly became a symbol of Turin’s confectionery tradition.
Why Is It Called Gianduiotto?
The name Gianduiotto derives from Gianduja, a traditional Piedmontese carnival character. Gianduja represents the cheerful and good-natured Piedmontese peasant, a symbol of honesty, simplicity, and love for traditions. During the 1865 Turin Carnival, an actor dressed as Gianduja distributed the first Gianduiotti to the public, sealing the connection between the chocolate and this popular figure.
The choice of the name was no accident: Gianduja perfectly embodied the values of authenticity and territorial roots that the Gianduiotto aimed to represent. Even today, its name evokes the cultural and gastronomic richness of Piedmont.
The Composition of the Gianduiotto
The recipe for Gianduiotto has remained faithful to its origins, while evolving to meet modern standards. The main ingredients are:
Dark or milk chocolate, which forms the base of the mixture;
Hazelnut paste, obtained by grinding Tonda Gentile delle Langhe hazelnuts;
Sugar, to balance the flavor.
The mixture is processed until it achieves a velvety texture, making the Gianduiotto unmistakable to the palate. Its characteristic upside-down boat shape is achieved through a unique production process known as “extrusion”, introduced by Caffarel.
Today, there are variations of the Gianduiotto that include additional ingredients such as white chocolate, extra cocoa, or whole hazelnuts, but the classic version remains the most beloved.
Legends and Curiosities
Several legends and intriguing anecdotes revolve around the Gianduiotto. One fascinating story claims that Prochet accidentally discovered the gianduia mixture while trying to preserve cocoa during a particularly harsh winter. It is also said that the name “gianduia” was chosen because chocolate with hazelnuts became especially popular among Piedmontese peasants, who saw Gianduja as a figure they could relate to.
Another interesting anecdote concerns its packaging: the Gianduiotto was one of the first chocolates to be individually wrapped in thin gold or silver foil, a choice that emphasized its exclusivity and made it an elegant gift.
Production Today
The Gianduiotto continues to be a flagship product in both the Italian and global chocolate industries. Every year, millions of Gianduiotti are produced to satisfy chocolate enthusiasts worldwide.
The company that produces the most Gianduiotti today is Ferrero, best known for other products such as Nutella and Ferrero Rocher. While Caffarel remains the historic and symbolic producer, Ferrero has expanded Gianduiotto production on a global scale, introducing it to emerging markets such as Asia and Latin America.
According to recent estimates, Gianduiotto production exceeds hundreds of millions of pieces annually, with a peak during the Christmas holidays, when demand for high-quality chocolates rises exponentially.
If you are lucky enough to taste one, remember that you are enjoying not just a chocolate, but a piece of history. And every time a Gianduiotto is unwrapped, the gold of its foil seems to remind us of the treasure it holds within: a sweet, authentic, and inimitable experience.
Nell’immagine di copertina, Gianduja, la maschera alla quale si ispira il nome del Gianduiotto. La foto è tratta da wikimedia.org ed è tratta dall’Almanacco illustrato delle maschere italiane edito da Sonzogno nel 1863. / In the cover image, Gianduja, the mask that inspired the name of the Gianduiotto. The photo is sourced from wikimedia.org and is taken from the Illustrated Almanac of Italian Masks published by Sonzogno in 1863.