Con questo articolo vi proponiamo un itinerario facile facile che, partendo dall’hotel Bing vi porterà fino al santuario di Carbognano in Valconca. Si tratta di pedalare (o guidare) per circa venti chilometri (40 fra andata e ritorno) senza mai affrontare nessuna salita impegnativa tranne il brevissimo ma irto strappetto finale che dalla stradina che costeggia il fiume Conca vi porterà fino alla chiesetta. Purtroppo molta parte di questo percorso non è pedalabile in sicurezza (per chi volesse affrontarlo in mountain bike, gravel o bici da corsa). Si tratta di dividere la sede stradale con le auto, dunque occorre prudenza e disporsi in fila indiana se si è in gruppo.
Carbognano: una chiesetta bianca nel verde
Quindi, che siate in auto o in bici, lasciato l’hotel prendete la strada statale 16 in direzione sud
seguendo le indicazioni per Riccione prima e per Morciano di Romagna, poi. Morciano è il cuore commerciale della Valconca fin dal medioevo e ancora oggi, nel mese di marzo, vi si tiene un’importantissima fiera tradizionale, quella di San Gregorio. Se avete tempo, fermatevi per dare un’occhiata e per un caffè in piazza. Da lì, ripartite prendendo la provinciale 18 in direzione di Casarola e Osteria Nuova. Arrivati in questa frazione del Comune di Montescudo – Montecolombo, girate a sinistra per attraversare il fiume Conca sulla strada provinciale 132. Prendete la seconda via che si apre alla vostra destra, via Pedaneta, e dopo qualche pedalata vedrete alla vostra sinistra, sul fianco della collina di Gemmano, il santuario che vi apparirà come una piccola chiesetta bianca isolata da altre costruzioni e circondata dal verde. Negli ultimi anni è divenuto meta di frequenti pellegrinaggi, sia dai paesi limitrofi che da fuori Regione.
La storia di Carbognano
La chiesa è situata dove un tempo sorgeva un piccolo tempio pagano dedicato al dio Pan, costruito dalla famiglia romana Carbonia (da cui il nome Carbognano) ai tempi dell’Impero romano. Fu solo attorno all’anno 1260 che un gruppo di frati francescani costruì sui resti dell’antico tempio un piccolo convento consacrato a San Francesco. Nell’anno 1550 la chiesa fu consacrata alla Madonna (di Carbognano), la cui popolarità aumentò notevolmente nel corso degli anni, ospitando migliaia di pellegrini spinti dalla preghiera e dalle grazie ricevute. Tale afflusso di fedeli contribuì anche alla raccolta fondi, grazie alla quale la chiesetta venne ampliata negli anni. Negli ultimi decenni questo santuario, che stava andando in decadimento, è stato ristrutturato all’esterno e all’interno, anche per quanto riguarda la parte dedicata all’accoglienza di pellegrini e gruppi di giovani o scout. Il tutto grazie all’opera di tante famiglie di Gemmano, Osteria Nuova, Taverna, Santa Maria del Piano, Fratte di Sassofeltrio, ecc. Tutti Comuni e frazioni vicini al Santuario. Alcune di queste famiglie raccontano anche di miracoli ottenuti. Che voi troviate questo piccolo santuario aperto o chiuso, fermatevi un attimo a riposare sotto gli alberi del bosco che si trovano sulla collina che lo sovrasta e buttate l’occhio sulla vallata circostante. La pedalata sarà valsa la pena.
Gli stridoli della Valconca
Un’erba molto diffusa nella vallata del Conca sono gli Stridoli. Le donne di queste campagne sono solite raccoglierle nei campi attorno a casa e lungo il fiume nel periodo primaverile ed estivo. Il nome scientifico è “silene vulgaris”. Gli stridoli hanno foglie tenere, leggermente carnose e dal sapore che vagamente ricorda l’asparago o lo spinacio. Sono molto apprezzati in cucina. Si preparano nelle insalate; arricchiscono le frittate e sono, appunto, un ottimo condimento per paste fatte in casa. Dunque, dopo questa bella gita, potreste anche gustare un piatto con gli stridoli.
La ricetta del sugo agli stridoli
Nel frattempo, eccovi la ricetta per preparare un buon sugo agli stridoli per quattro persone: 300 grammi di stridoli; uno scalogno; una punta di peperoncino; 600 grammi di salsa di pomodoro; olio extravergine d’oliva; sale quanto basta. Questa la preparazione. Lo scalogno va tritato grossolanamente e poi soffritto nell’olio d’oliva. Aggiungete gli stridoli e fateli appassire per massimo due minuti chiudendo la padella con un coperchio. Gli stridoli non devono soffriggere ma solo appassire. Aggiungete la salsa di pomodoro e il sale e cuocete a fuoco lento per un’ora. Verso fine cottura aggiungete la puntina di peperoncino e, mentre il sugo è sul fuoco, cuocete la pasta che avrete scelto (noi consigliamo tagliatelle, fettuccine o pappardelle) per poi saltarla in padella con questo gustoso condimento.