Il mese scorso vi abbiamo proposto una gita a Santarcangelo, nel vicino entroterra riminese. Oggi vi suggeriamo di andare un po’ più all’interno della Valmarecchia e di arrivare fino a Verucchio, la “culla dei Malatesta”. Se vi spostate in auto, il percorso è uguale a quello che avreste dovuto prendere per andare a Santarcangelo solo
che, arrivati sulla SS16, la Strada Statale Adriatica, non dovrete arrivare fino alla “rotonda del baseball” ma, 400 metri prima, dovrete prendere lo svincolo che vi porta sulla strada Marecchiese e poi dovrete sempre seguirla fino alle indicazioni di Villa Verucchio e poi Verucchio. Villa Verucchio è la frazione che si trova ai piedi della collina di Verucchio, il nostro obiettivo di giornata. Si tratta di guidare per 23 chilometri scarsi e in meno di 40 minuti si arriva tranquillamente.
A Verucchio in bicicletta
Se cavalcate una mountain bike, una city bike o una gravel, vi consigliamo il percorso più lungo (circa 32 chilometri) ma molto suggestivo e lontano dal rumore delle auto. Si tratta di prendere la ciclabile del Marecchia come vi avevamo suggerito di pedalare per arrivare a Santarcangelo: percorrendo tutto il lungomare in direzione nord partendo dal nostro hotel (ampi spazi solo ciclabili), potrete raggiungere il porto di Rimini. Costeggiatelo salendo verso ovest e attraversatelo utilizzando il Ponte della Resistenza per poi andare di nuovo verso il mare, arrivare alla Darsena di Rimini e proseguire seguendo la ciclabile che costeggia la spiaggia e che vi porta fino alla ciclabile del Marecchia. Questa affianca il fiume Marecchia e vi conduce dritti prima a Santarcangelo e poi a Villa Verucchio.
Verucchio, culla dei Malatesta
Arrivati a Villa Verucchio, si lascia la ciclabile e si sale, per una strada piuttosto impegnativa con pendenze attorno al 10%, verso i 330 metri sul livello del mare del capoluogo comunale. Dal basso, ci accompagna la visione della Rocca Malatestiana. Si tratta di una fortificazione le cui parti più antiche risalgono al 1100. In questa fortezza nacque Malatesta da Verucchio detto il “Mastin Vecchio”, capostipite della famiglia che, proprio partendo da Verucchio, dominò il territorio riminese per tutto il Medioevo e il Rinascimento, duellando in ricchezze con i Montefeltro da Urbino e i Medici di Firenze. Ecco perché Verucchio è conosciuta in Romagna come la “culla dei Malatesta”. Finita la salita, si arriva nel cuore di Verucchio: Piazza Malatesta. Questa si caratterizza per la presenza del palazzo municipale, bell’edificio in stile con sei arcate alla base. Prima di arrivare in piazza, sulla destra, si apre un ampio panorama sulla Valmarecchia in direzione di Rimini. Nelle belle giornate si vede anche il mare.
I villanoviani, primi abitanti di Verucchio
Parcheggiata la vostra automobile o la vostra bici, incamminatevi per le vie del centro storico che è vivo, con diversi negozi tutti aperti e le case abitate. Da vedere, a parte la Rocca Malatestiana, ci sono la Chiesa della Collegiata che, edificata nel 1863, al suo interno accoglie un importante crocifisso ligneo del ‘300 di scuola giottesca riminese. Da piazza Malatesta si può poi scendere, percorrendo tutta via Sant’Agostino, verso il Museo Civico
Archeologico. Questa è una piccola importante perla della cultura. Nel Museo si trovano, infatti, numerosissimi reperti di epoca villanoviana etrusca che vanno dal X al VII secolo avanti Cristo. Gioielli in oro e ambra; corredi in ceramica e in bronzo ma, soprattutto, l’incredibile trono ligneo che doveva appartenere al capo di questa prima comunità di “verucchiesi”. Tutti i beni presenti nel Museo appartengono alla Soprintendenza e dunque possono essere fotografati solo con un’autorizzazione preventiva. Se si vogliono ammirare, non resta che recarsi in questo piccolo ma prezioso scrigno per riempirsi gli occhi di una bellezza che oltrepassa il tempo.
Verucchio e gli Zavardoun
Se per un attimo abbandonate il desiderio di storia e cultura locali per dedicarvi alle bontà culinarie del luogo, ecco che allora non potete non cercare, negli ottimi ristoranti della zona, un bel piatto di Zavardoun (o Zavardon, o Zavardoni). Gli Zavardoun, ormai rari da trovare, sono una pasta tipica di Verucchio, peculiare di questo borgo. Su come siano nati, non ci sono storie e leggende che lo raccontino. Come per i Maltagliati, potrebbe trattarsi delle rimanenze della pasta che serviva per fare le tagliatelle, alle quali si aggiungevano acqua e farina di polenta. Spessi e grossolani, ognuno è diverso dall’altro. Un piatto domenicale povero della tradizione, ma ricco di gusto. E dopo una gita così impegnativa, soprattutto se siete arrivati a Verucchio in bici, è un giusto premio.